Come Consigliere ieri sono stato al centro di salute mentale del distretto n. 29 nella Sanità, presso il quale ero stato invitato dalla dott.ssa Fichele. Ho incontrato medici ed operatori del settore. La cosa che mi ha colpito è stata la grande dignità con la quale sono stato accolto in via Santa Maria Antesecula, poi mi sono ricordato di una loro manifestazione in Piazza San Domenico Maggiore di qualche mese fa nella quale erano stati coinvolti i loro ospiti del centro.
Ebbene, i medici con i quali ho parlato non mi hanno chiesto un intervento del Comune o un sostegno economico da parte del Comune per questo o quel paziente né l’invio di operatori OSA, ma mi hanno manifestato la loro preoccupazione per la organizzazione del servizio di emergenza notturno rimasto solo nella nostra città e non adeguato allo stesso Piano Sanitario Regionale adottato con decreto n. 32 del 27.05.2011.
Per essere chiari in sostanza nei dieci centri di salute mentale sparsi sul territorio cittadino, si mantiene attivo un servizio assolutamente inutile che rappresenta uno spreco di danaro pubblico, assolutamente incomprensibile in questo periodo di crisi economica, poiché in ogni centro è prevista la presenza che va da 2 a 4 infermieri, mentre gli psichiatri sono solo reperibili. Il fatto grave è che l’impiego massiccio di personale infermieristico notturno determina una scopertura diurna che finisce per pregiudicare il lavoro vero con i pazienti, poiché i casi di emergenza notturna sono statisticamente 1,25 accessi di media a notte in tutta la Regione Campania (così riporta il Piano Sanitario Regionale). Dato peraltro confermato dalla esperienza degli Psichiatri con i quali ho avuto modo di parlare. Peraltro nei limitati casi in cui è necessario l’intervento psichiatrico urgente esso potrebbe essere assolto dal 118 come avviene in tutte le altre città italiane (Napoli a quanto pare è l’unica città ad aver mantenuto questa distorsione). E’ ovvio che la questione non è di nostra competenza come amministrazione ma ci riguarda da vicino visto che i medici del Centro si occupano di nostri concittadini meno fortunati e, quindi, mi sento di accogliere e di farmi portatore del loro appello affinché il Sindaco possa chiedere al Presidente della Regione Campania, l’immediato, adeguamento dei servizi di emergenza psichiatrica al Piano Sanitario Regionale così da liberare importanti risorse umane per utilizzarle al meglio durante l’assistenza diurna che allo stato è assolutamente pregiudicata per la scarsezza di personale infermieristico e medico.
Di seguito dati del sito Associazione Italiana Pischiatri Medici: AIPSIMED
http://www.aipsimed.org/sprechi-asl-napoli-rieti/
Da una recente indagine sui 10 centri di salute mentale di Napoli, che riportiamo nella figura allegata, è emerso che ogni centro, che serve un bacino d’utenza medio di 100mila abitanti, svolge mediamente 3 interventi, notturni o festivi, su 30 giorni. In altre parole per 27 giorni su 30 c’è un inutile impiego di personale che sottrae risorse, già scarse, all’assistenza psichiatrica.I dati si riferiscono al numero mensile di interventi notturni e festivi urgenti, svolti tra gennaio e settembre 2011 da ogni singolo centro.Il presente è un’integrazione del recente articolo “La farsa dei centri di salute mentale aperti 24 ore“cui rimandiamo gli interessati per approfondimenti.
Questa anomalia, voluta da certa parte della psichiatria, da certa politica e dai sindacati, vige solo in Campania. Per meglio dire, vige oggi solo a Napoli perché le altre Asl campane hanno già applicato le leggi vigenti, legge che a Napoli stenta ad essere applicata (“Riorganizzazione dell’emergenza psichiatrica in Campania” pubblicata sul BURC n° 32 del 27 maggio 2011). L’altra curiosa eccezione, invece, era Rieti fino a un anno fa.Lì è stato necessario resistere a tutto per riorganizzare l’assistenza psichiatrica: associazioni di familiari (talvolta aizzate) che hanno fatto ricorso al TAR, tutto il centrosinistra cittadino che ha diffamato e offeso professionalmente i colleghi, la CGIL che li ha attaccati in tutti i modi, accusandoli di essere fascisti ed a favore dei manicomi, il senatore Marino che ha scritto chiedendo spiegazioni, la Consulta Regionale per la salute mentale che ha bombardato di critiche, atteggiamento di guerriglia da parte di alcuni infermieri dei Csm, ecc. ecc. Alla fine, con la chiusura dei Csm la notte, è stato dimostrato che si poteva lavorare meglio ottimizzando le risorse. Tuttavia anche a Rieti la strada è ancora lunga e c’è molto da fare, dopo 30 anni di una organizzazione utile solo agli operatori e non ai pazienti. Per giunta, dopo la chiusura dei CSM la notte, non solo non si è verificato alcun tipo di problema, ma anzi, rispetto all’anno precedente, i ricoveri in SPDC sono diminuiti.