Rispetto al punto all’ordine del giorno, vorrei partire dal tema della legalità, che fa parte di quelli che sono i contenuti importanti di questa Amministrazione e questa Giunta, ricordando, a me stesso, a noi stessi, a tutti che il tema della legalità diventa uno strumento ambiguo, se non accompagnato sempre dal tema della giustizia.
Il principio di legalità non sposato con il tema della giustizia può essere spesso uno strumento di potere in mano a chi il potere lo ha, contro chi il potere non lo detiene. Parto da qui perché la politica, da tangentopoli in poi, ha assunto uno strano criterio, ha posto l’asticella sul piano della legalità: tutto ciò che è legale, che non è normato in maniera negativa dal precetto penale è considerato lecito. Però non può essere questa l’asticella su cui la politica si attesta. Naturalmente ci sono comportamenti leciti, ma alcuni comportamenti devono avere i criteri del buon senso, devono avere i criteri della ragione per cui in particolare al Presidente del Consiglio Comunale, suggerisco la lettura di un testo di Paolo Rabitti, “Ecoballe”, che molto ci dice a proposito dell’aggiudicazione della gara d’appalto a Impregilo e del lavoro della Commissione da lei presieduta. Lei giustamente ricordava di non essere stato affatto coinvolto da avvisi di garanzia, richiamato in Procura per delle comunicazioni, però è pur vero che esiste ancora un’inchiesta della Procura della Repubblica su quella vicenda ed è pur vero che appare del tutto discutibile l’aggiudicazione di quella gara d’appalto in base al semplice criterio economico. Una vicenda, quella dell’appalto Impregilo che è un punto di genesi della curva drammaticamente discendente che l’emergenza rifiuti a Napoli ed in Campania ha vissuto.
Detto questo e venendo alla situazione attuale è chiaro che questa amministrazione dovrà sopportare un’eredità pesante, pesantissima, talmente pesante nella gestione del quotidiano che per esempio non ci permette di andare fino in fondo rispetto ad alcune questioni che pure sono state oggetto di ricerca da parte di alcuni Consiglieri. Ad esempio capire che fine abbia fatto un sito di compostaggio bandito nel 2007 con l’aggiudicazione di una gara d’appalto a Ibi s.p.a., con uno stanziamento di 7 milioni di euro. Sono passati ben 4 anni e non si sa che fine ha fatto questo sito di compostaggio. Come ancora non si sa che fine abbiano fatto alcune gare d’appalto aggiudicati a tali Innocenti srl, Carla 80 srl, per altri milioni di euro, per un complessivo di 11 isole ecologiche, di queste, tranne tre allestite, non se ne vede nemmeno l’ombra. Noi nell’urgenza quotidiana di cui siamo chiamati ad occuparci non possiamo ancora, al momento, approfondire queste questioni, speriamo di avere il tempo successivamente.
Penso che il tema centrale della nostra giornata di lavoro sia il protocollo d’intesa che il Comune porta a casa questa settimana. Penso che su questa vicenda occorra, lo dico in particolare al Vice Sindaco Sodano, migliorare la comunicazione tra Giunta e Consiglio. Lo dico perché per chi ha avuto la fortuna/sfortuna di leggere la bozza di accordo che il Presidente della Provincia Luigi Cesaro ha inviato al Comune di Napoli, si può evincere l’eccezionalità dei risultati poi raggiunti con l’accordo sottoscritto in settimana.. Paragonando queste due bozze e poi l’accordo successivo il Comune raggiunge dei risultati a dir poco straordinari. E’ vero, come dice il Consigliere mio amico Alessandro Fucito, che le parole a volte non sono pregnanti, però penso che se da un accordo si toglie “ciclo integrato dei rifiuti” se si fa invece riferimento al “ciclo dello smaltimento rifiuti”, questo sia un risultato dell’Amministrazione comunale che in qualche modo impedisce che in un accordo di programma il criterio dell’incenerimento sia parte integrale del lavoro comune tra amministrazione comunale, provincia di Napoli, Regione Campania e Governo. Così come un risultato si è ottenuto rispetto alla normazione dell’impiantistica sulla questione del famoso codice CER .03. Nei sopralluoghi da me svolti presso gli impianti STIR della provincia di Napoli ho avuto modo di constatare la natura del codice CER 03. Sottolineo che una mia relazione inviata al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente, alla Commissione Ambiente ed ai capigruppo è entrata nel dettaglio specificando i risultati dei miei sopralluoghi negli impianti. Il codice CER 130503 è la frazione organica stabilizzata su cui però noi abbiamo bisogno di un lavoro enorme nella città. Veniamo da anni in cui la vicenda dei rifiuti ha segnato la rottura profonda, forse la più profonda, tra la cittadinanza, la cittadinanza attiva e le amministrazioni. Immaginare che noi semplicemente con la qualificazione di un CER differente andiamo in dei siti, apriamo delle discariche che potrebbero anche non chiamarsi più discariche, non è immaginabile. Sulle discariche in questo accordo c’è un altro ottimo risultato dell’amministrazione: quello di bandire dall’area metropolitana della città le discariche di tal quale.
Occorre però recuperare un rapporto di condivisione con la città, perché al di là dell’enorme consenso che pure il Sindaco ha raccolto su stesso e che permette a tutta la Giunta e a tutta la maggioranza di lavorare un po’ in scia, noi dobbiamo essere consapevoli che su questo tema è facile la scivolata sulla buccia di banana. Penso che il tema del codice CER 03 va naturalmente studiato e approfondito rispetto alla frazione organica tritovagliata e stabilizzata che ancora non è un inerte. Quindi saranno necessari degli approfondimenti ma naturalmente tutto questo entra in quello che è io penso sia uno scontro di lungo periodo che questa Amministrazione ha avuto il coraggio di aprire. Uno scontro in cui l’Amministrazione inizia a portare a casa dei risultati, nell’accordo di programma non c’è l’inceneritore di Ponticelli, sparisce la definizione di “ciclo integrato”, si inizia a menzionare rispetto all’impiantistica il famoso trattamento meccanico manuale. Alternativa senza la quale noi non riusciremo mai a essere autonomi in un piano dei rifiuti. Noi siamo chiamati oggi a costruire questo tipo di percorso, da una parte divenire autonomi, ma dall’altra che questa autonomia sia anche legata a un principio di alternatività rispetto a quello che è stato il piano propinato dalle precedenti amministrazioni comunali, provinciali e regionali.
A proposito di questo naturalmente non posso che non parlare di Chiaiano, ricordando a me stesso e ai Consiglieri che c’erano nella precedente consiliatura che il precedente Consiglio su Chiaiano vide all’unanimità i Consiglieri esprimersi negativamente su Chiaiano. Ci fu un’abile mossa dell’allora Sindaco Rosa Russo Iervolino. Io ricordo la sua battuta, disse “non c’è bisogno che il Consiglio voti. Io c’ho la voce che non funziona bene, ma le orecchie funzionano benissimo, quindi senza che il Consiglio voti e vincoli il Sindaco a una posizione io domani mattina mi recherò da De Gennaro e chiederò che la discarica a Chiaiano non si faccia”.
Dopo due giorni fummo colpiti dall’ondata repressiva lì nella piazzetta a Chiaiano al presidio permanente. Quando c’è unanimità io mi preoccupo sempre, mi preoccupo perché c’è il trucco, soprattutto quando l’unanimità si raggiunge sul passato. Io ho il vizio di parlare solo se documentato e per questo parlerò della sintesi del piano regionale per la gestione dei rifiuti. Perché penso che tutti abbiamo negli occhi le immagini di ciò che è accaduto a Chiaiano la settimana scorsa, questo gaizer enorme di percolato che è esploso sotto gli occhi miei e degli attivisti dei comitati. Penso che benissimo ha fatto il Sindaco nel prendere sul serio la questione, nel rassicurare la popolazione. Eppure in riferimento a quelli che sono i quantitativi di rifiuti conferiti a Chiaiano secondo le tabelle ufficiali, non posso che sottolineare che a me suonano strani.
Nel piano regionale dei rifiuti del marzo 2011, in quella che è la parte relativa alle discariche esistenti si legge in merito alla discarica di Chiaiano: “l’impianto ha una capacità complessiva di 700 mila metri cubi. La capacità residua della discarica stimata al febbraio 2011 è 50 mila tonnellate.”
In questi giorni abbiamo saputo che la Sapna, cioè la società che gestisce la discarica per conto della Provincia di Napoli, ci informa che la capacità residua della discarica di Chiaiano è di 150 mila tonnellate. In matematica non ero bravo, però le addizioni la maestra delle elementari me le ha insegnate a fare. Se dopo 7 mesi la capienza di 50 mila tonnellate è divenuta di 150 mila può esistere una sola motivazione: che i camion invece che sversare hanno tirato via la spazzatura dalla discarica di Chiaiano! Questi numeri in realtà, fanno fare i conti con la fiducia che le popolazioni devono avere nelle amministrazioni. Penso che sia necessario l’impegno dell’Amministrazione comunale, in particolare dell’Assessore competente su questa vicenda. La Sapna sta giocando al rimpiattino e dagli incontri tra la Provincia ed i comitati a cui ho partecipato con l’Assessore Sodano si evince benissimo.
Noi ci troviamo comunque in uno scontro tra istituzioni, Comune, Provincia e Regione, che sul tema dei rifiuti sarà di lungo periodo. In questo quadro, vedere seduto accanto al Sindaco De Magistris l’Assessore Sodano è qualcosa che riempirà gli occhi di gioia per chi per 15 anni si è battuto per un piano alternativo dei rifiuti in questa Regione. Napoli è al centro di una sperimentazione. Quello che non si dice è che le vicende napoletane riguardano una sperimentazione nazionale ed europea, ci sono lobby che si scontrano in Europa rispetto alle politiche incenitoriche, questa è la vicenda che noi ci troviamo ad affrontare. Il dotarsi di un’impiantistica alternativa che è l’unica capace di farci uscire non solo dall’emergenza, ma dal ciclo integrato dei rifiuti attraverso una piena autonomia, è ciò che si aspettano non tanto e solo ad Acerra e Chiaiano, ma che si aspettano tutti in Europa, perché lo scontro che noi viviamo a Napoli negli ultimi anni è lo stesso scontro che si sta consumando in tutti paesi europei sviluppati tra chi pensa che la risorsa economica dei rifiuti si realizzi attraverso il riciclo ed il riuso e chi, invece, pensa che la risorsa economica dei rifiuti si gestisce attraverso l’inceneritore.
Questa è la grande sfida che questa Amministrazione ha aperto. Questa è la grande sfida su cui io penso che questa Amministrazione ha la capacità di passare alla storia. Ovvero la capacità di dimostrare che anche nel profondo Sud non solo è possibile amministrare bene, ma che la politica con la P maiuscola sappia creare, sappia innovare, sappia inventare, sappia uscire da quelli che sono i meccanismi imposti dal mercato e tra l’altro da un mercato faccendiero che pensa che i soldi si possano produrre soltanto attraverso il finanziamento pubblico, perché l’inceneritore in questo momento è questo: la possibilità di produrre denaro attraverso l’utilizzo delle risorse pubbliche. Innovare anche in termini industriali, anche in termini di mercato, ma rispetto a quella che è però la possibilità di investire denaro al fine di produrre in termini costruttivi. Questa è la vera sfida che noi abbiamo davanti e su cui io penso che questa maggioranza non avrà alcun problema a sostenere la Giunta, il lavoro del Vice Sindaco ed il lavoro del Sindaco.