Grazie Presidente, grazie al sindaco, all’assessore De Falco e all’assessore Sodano per le loro interessantissime relazioni. Devo dire che Bagnoli rappresenta una delle più importanti sfide che questa amministrazione ha di fronte. E’ una sfida difficile in sé perché si tratta della trasformazione di un ex area industriale, ma è una sfida che è gravemente appesantita dall’eredità che ci hanno lasciato le vecchie amministrazioni. Una eredità pesante che è sotto gli occhi di tutti e che, per quello che oggi ci interessa, significa un debito immenso accumulato dalla società di trasformazione urbana, 339 milioni di euro e una gestione amministrativa che dire deludente è veramente poco.
Io penso tuttavia, come diceva anche il Sindaco, che noi dobbiamo iniziare ad invertire la rotta, a partire dal modo stesso con cui la questione Bagnoli è stata affrontata negli ultimi anni. Bagnoli deve essere vista, perché veramente lo è, una immensa opportunità per il quartiere, per la città intera, per l’area metropolitana di Napoli. Bagnoli è infatti una immensa ricchezza collettiva; è uno dei più importanti beni comuni di cui questa città dispone. Ciò che è mancato in questi anni, a mio avviso, è stata la politica; la mancanza di direzione politica ci ha portati al disastro attuale. Tuttavia penso che, se correttamente gestita attraverso una seria, moderna e lungimirante politica urbanistica, Bagnoli può rappresentare la vera grande occasione per il rilancio della città, per il rilancio di un modello urbano di città sostenibile, un modello che è chiaramente alternativo a quello che ha storicamente asfissiato la vita civile, economica e morale di questa sfortunata città.
Perché questo sia possibile occorre però inquadrare la questione Bagnoli almeno in una triplice dimensione, attraverso cioè tre prospettive diverse che sono però tra di loro strettamente collegate, anzi sono inscindibilmente connesse. Bagnoli innanzitutto come parte di una programmazione complessiva di sviluppo urbano, in secondo luogo analizzare gli strumenti gestionali per l’attuazione della variante occidentale e in terzo luogo Bagnoli come grande questione nazionale, come ci diceva oggi anche il Sindaco. Parto dal primo punto, Bagnoli come parte di una programmazione complessiva di sviluppo urbano. Bagnoli, è chiaro, non può essere considerata isolatamente, ma come parte di una programmazione complessiva non solo su scala cittadina ma chiaramente e necessariamente metropolitana. Bagnoli infatti è un segmento della linea di costa di Napoli, Bagnoli è la spiaggia da recuperare alla città ma Bagnoli è anche un volano per lo sviluppo sostenibile, per la green economy cittadina e non può che essere considerata quindi all’interno di una visione più vasta.
La politica urbanistica oggi è infatti necessariamente una politica di area vasta perché la Green Belt, la mobilità, la questione abitativa, la questione dello sviluppo produttivo non possono che trovare soluzione su una scala più ampia di quella cittadina e questo è tanto più vero per una metropoli come Napoli, considerata l’esiguità del territorio cittadino. Devo aprire una parentesi, mi scuso con il capo gruppo Vasquez perché questa relazione che io sto svolgendo in aula è frutto di un confronto che abbiamo collettivamente avuto all’interno del gruppo e quindi parlo ovviamente oltre che nella mia qualità di Presidente della commissione urbanistica, anche a nome del gruppo Napoli è Tua.
Dicevo quindi che la politica urbanistica oggi è una politica di area vasta. Purtroppo però in questa città negli ultimi anni è come se la politica urbanistica si fosse concentrata esclusivamente nella fase di approvazione del piano regolatore generale. In questi ultimi anni infatti, per il resto, per tutto il resto, si è avvertita l’assenza di una politica urbanistica quasi come se qualcuno immaginasse che la politica si fosse esaurita in quella fase di approvazione del piano e che tutto quello che residuava non fosse altro che una meccanica applicazione del nuovo importantissimo strumento di regole.