Lotta agli sperperi – Ponticelli: lo strano il caso dell’ex scuola Giotto-Monti e l’Incubatore d’impresa

Motivazioni

A partire da quest’inverno, NéT – per il mio tramite – si è fatta promotrice di un’iniziativa per vederci chiaro in una storia di una manciata di milioni di euro che ho paura siano stati e si stiano spendendo male (buttando). La storia è lunga ma, sinteticamente, vale la pena di raccontarla così come l’ho esposta in una interrogazione all’assessore Esposito.

 

I sopralluoghi all’ex scuola Giotto-Monti di Ponticelli sono stati decisi dalla IX Commissione Consiliare su impulso delle lamentele ad essa pervenute da parte di genitori del quartiere che accusano il disagio dovuto allo spostamento dell’utenza dell’ ex SMS “Giotto-Monti” presso un nuovo plesso confinante con l’IPIA “Petriccione” in corso San Giovanni a Teduccio, al confine con il comune di Portici.

 

Cenni sulla questione.

 

  1. Con fondi della “legge Falcucci” furono stanziati € 1.250.000 per la ristrutturazione della SMS “Giotto-Monti”. Nel 2001 i lavori vengono interrotti in quanto emergono gravi problemi strutturali legati alla non antisismicità del plesso e ad importanti lesioni (visibili anche ad occhio nudo) di strutture portanti. All’epoca risultavano già essere stati spesi € 450.000 di detto finanziamento.
  2. Il Consorzio “Edilpartenope” viene incaricato (si suppone dall’assessore competente)   di elaborare un progetto per l’intervento di adeguamento statico del plesso (il progetto è depositato presso l’ufficio Tecnico del Comune, edilizia scolastica): il progetto è elaborato per un corrispettivo di spesa di € 4.357.441. Esso prevede, tra l’altro, l’eliminazione dell’ultimo piano e la modifica della linea dell’edificio con eliminazione delle sporgenze triangolari della facciata.
  3. Al progetto dell’”Edilpartenope” non è stato dato seguito (non se ne conoscono, attualmente, i motivi, probabilmente per l’esosità della cifra).
  4. Intanto, gli studenti della scuola “Giotto-Monti” vengono trasferiti in un plesso presso l’istituto “Petriccione”. Il necessario adeguamento dello stesso costa al Comune € 2.350.000. Siamo nell’a.s. 2008/2009 (è da verificare come e dove abbia avuto sede la “Giotto-Monti” dal momento dell’acclaramento della sua inadeguatezza antisismica cioè al 16 maggio 2002.
  5. L’inagibilità è stata dichiarata dal Provveditorato alle Opere Pubbliche nella persona dell’Ing. Gennaro De Martino. Il collaudo, anche della parte restaurata, non è mai avvenuto né mai avverrà in quanto i lavori previsti (punto 1) non sono stati mai terminati.
  6. Attualmente al terzo piano dell’ala est dello stabile è allocato il CSI (Incubatore di impresa); risulta che siano in essere (crediamo solo previsti e finanziati in quanto non vi è alcun cantiere) lavori di ristrutturazione dei due piani sottostanti l’attuale sede del CSI per un suo ampliamento e permettergli, a regime, di accogliere 20 imprese da incubare.

 

Svolgimento del sopralluogo

 

In data 15 febbraio 2012, lo scrivente Presidente con i Conss. Lia Beatrice, Aniello Esposito della IX Commisssione Permanente ed al Cons. Marco Russo, accreditatosi per l’occasione, si è svolto il previsto sopralluogo presso il plesso della ex SMS “Giotto-Monti” sita in via Bernardino Martirano (VI Municipalità). Era presente l’Ing. Alessandro BracciniDirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Napoli, assessorato Scuola e Istruzione.

 

Attualmente il plesso ospita Il “Centro Servizi Incubatore d’Impresa” del Comune di Napoli. Dal sito http://www.incubatorenapoliest.it/ sé possibile rilevare che:

 

Il Centro Servizi Incubatore d’Impresa è uno spazio, ideato e realizzato dal Comune di Napoli con finanziamento del Ministero dello Sviluppo Economico, completamente dedicato allo start–up di imprese innovative con elevato potenziale commerciale. Il Centro, offre alle imprese insediate spazi attrezzati, servizi di consulenza specialistica e di formazione.Il CSI sostiene, la creazione di un network territoriale, promuovendo occasioni d’incontro e confronto tra imprese, istituzioni, associazioni e chiunque abbia a cuore il tema dello sviluppo imprenditoriale.Il CSI, attualmente, può ospitare 5 imprese. Tuttavia è in corso un importante progetto di espansione della struttura mediante il recupero urbanistico della ex scuola Giotto – Monti, di cui attualmente il CSI occupa solo il terzo piano “

Sempre dal sito del CSI, apprendiamo che

 “Il Centro Servizi Incubatore di Impresa si trova in via Bernardino Martirano, n. 17 (ex scuola Giotto Monti – terzo piano) nel quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli.

Gli orari di apertura al pubblico sono dalle ore 09:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 17:30, dal lunedì al venerdì.

 

In realtà, nonostante che avessimo preavvisato l’assessorato al lavoro e che avessimo ricevuto via fax assicurazione che avremmo trovato aperto, il CSI risultava chiuso. E’ stato, dunque necessario un secondo  accesso , effettuato il 22 febbraio. In sintesi ecco quanto rilevato dai due accessi.

 

L’ingresso  allo stabile era possibile in quanto il portone era aperto: aperto per noi così come per le bande di ragazzini che abitualmente lo vandalizzano.

Dalle ispezioni lo stabile si presenta con un androne lungo da cui si dipartono a sinistra i tre piani della ex scuola “Monti” (attualmente vuoti) e a destra i tre piani della “Giotto” (di cui l’ultimo occupato in parte dal CSI).

Lo stabile, del tutto abbandonato, é letteralmente a soqquadro; esso  pur essendo visibilmente vandalizzato nelle suppellettili, si presenta però apparentemente in ottimo stato con intonaci e pitture integri, con mosaici e murales di grande pregio e, in alcune parti, con infissi anodizzati di qualità.

L’ascensore, per la verticale che interessa il CSI, è in funzione.

Il piano occupato dal CSI appare pulito e ben pitturato.

Sul piano delle dotazioni di sicurezza si rileva che le bocchette dell’impianto antincendio non sono collegate all’impianto idrico (o non da esso alimentate) in quanto sono “a secco” nonostante le chiavi girino regolarmente.

All’interno dei locali del CSI, oltre al non collegamento delle bocchette antincendio, non abbiamo rilevato la presenza di estintori a CO2 (necessari in presenza di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ma solo a schiuma.

Il cortile esterno si presenta abbandonato e lo spazio sottostante alla verticale pericolante per il collasso della trave, non vi è alcuna protezione né alcun dissuasore tale che chi vi si trovasse a circolare sarebbe esposto a grave rischio.

Al riguardo si segnala che passando attraverso questo cortile si accede ad una palestra (posta sotto l’ala pericolante) che è attualmente utilizzata – su concessione della Municipalità – da un’associazione teatrale!

 

Problemi aperti

 

  • Se l’edificio non è staticamente agibile, perché è stato allocato lì il CSI? Quali garanzie a tutela dei lavoratori? Esiste un DVR? Esistono i DUVRI per le imprese che vi convivono? Quali sono le misure ex Dlgs 81/08 messe in essere?
  • Se l’edificio è staticamente inagibile, se al terzo piano è presente una trave di m. 10,50 collassata che è  adiacente e incardinata con la trave della verticale di dove ha sede il CSI, chi ha autorizzato i lavori di ristrutturazione dei due piani in basso? Per quale spesa?
  • Questi lavori e la conseguente spesa sono compatibili con lo stato complessivo dello stabile o sono destinati ad essere uno spreco? Cosa accadrebbe se, dopo aver fatto i lavori e dopo aver mandato “a regime” le 20 imprese previste, il plesso debba essere sgomberato per inagibilità?
  • Se l’edificio non è staticamente sicuro, se strutture portanti sono visibilmente lesionate a causa di stress tensivi non sopportati, perché non è transennato così da evitare incidenti ai bambini dell’antistante Circolo Didattico “Sarria De Robbio” e ad altri che  potrebbero trovarsi a passare.
  • Perché è stato deciso di allocare il CSI in una sede inagibile?
  • E’ possibile venire a capo del  flusso dei finanziamenti  e delle spese sinora effettuate per ricostruire gli iter amministrativi, le volontà politiche, la sussistenza di eventuali sperperi e le relative eventuali responsabilità ?
  • Quale futuro ha lo stabile? Ci sono progetti? Chi se ne sta occupando?

 

Conclusioni

 

Per quanto sinora esposto, questa Commissione valutando che:

×          l’incubatore di impresa è una struttura importante e che va difesa e che, quindi, deve essere messa in condizione di funzionare,

×          che non esiste alcuna sicurezza né alcun decoro nella sede attuale (rilevandosi che qualsiasi cliente per le novelle imprese avrebbe seri problemi a riconoscere credibilità ad una tale struttura),

×          che all’incubatore va data certezza per il futuro

e ritenendo inoltre che:

×          non si capisce perché  questa enorme struttura (di cui l’incubatore occupa oggi sì e no la ventesima parte) non debba essere restituita al quartiere anche solo in parte sottoforma di servizio (scuola, centro anziani, biblioteca….),

valutando anche l’onerosità di qualsiasi intervento di recupero, a qualsiasi titolo effettuato,

 

ritiene

 

che sia indispensabile ottenere dai competenti assessorati ed uffici dell’Amministrazione le necessarie risposte ritenendo al tal fine che siano necessari:

  1. coinvolgimento non solo della Municipalità ma dei cittadini, perché questa è come non altre materia di democrazia partecipata
  2. discussione, previa audizione commissariale, con tutti i soggetti in indirizzo nel termine massimo di 30 gg. Dalla presente.

 

 

Distinti saluti.

 

Il Presidente della Commissione Scuola

Prof. Salvatore Pace

 


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