La politica delle poltrone non ci serve più

In politica il chi occupa questa o quella poltrona ha, da tempo, sostituito il “chi fa cosa”. Mille ragionamenti puntati esclusivamente sul potenziale esercizio del potere, perché, in pratica, per esercitare con efficacia e per il bene pubblico un potere, non basta occupare una poltrona o una casella, ma occorre studiare ed avere una visione e per fare questo occorre innanzitutto saper leggere, scrivere e far di conto.

La vera selezione della classe politica è stata da tempo appaltata a macchine elettorali che si nutrono di ignoranza ed incapacità, perché l’ignorante e l’incapace è facilmente gestibile, se poi manca di sensiblità giunge anche più facilmente a compromessi. Parole dure ma l’attuale governo è il risultato dell’incapacità della politica a fare il bene comune. Un governo non espresso dal parlamento né dal popolo si giustifica solo così. L’incapacità della politica a gestire i processi economici e la svendita dei beni e servizi pubblici è una ulteriore aggressione al cittadino che si vede privato di fatto del libero accesso proprio a quei beni e servizi che in quanto gestiti dal pubblico hanno garantito o tentato di garantire un pari sviluppo culturale e sociale. Mi torna in mente il discorso di Calamandrei sulla scuola pubblica:

http://ideericostruttivedemocrazia.org/wordpress/?page_id=129


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