Consiglio Comunale del 14.05.2012 il mio intervento

Oggetto: adesione alla proposta di delibera di adesione alla proposta di legge regionale di iniziativa popolare sulla promozione della cultura e diffusione dell’energia solare. 

Inizio col citare ciò che ha scritto uno dei promotori della leggere regionale: “Naturalmente, il fuoco esisteva ed era conosciuto e temuto nella preistoria dell’uomo: dove fu la vera rivoluzione? Nella capacità di produrlo autonomamente, di conservarlo e soprattutto di usarlo”.

 Ringrazio la Consigliera Elena Coccia che si è fatta promotrice della delibera oggi al nostro esame ed i liberi cittadini che si sono fatti carico di promuovere l’approvazione di un testo di legge regionale teso all’incremento della produzione di energia e della cultura del solare. Un chiaro esempio di partecipazione cosciente di ciò che sta accadendo nel nostro pianeta, non solo da un punto di vista ecologico ma, io direi, anche da un punto di vista economico. Si economico perché le fonti rinnovabili saranno, ed in parte già lo sono, il settore imprenditoriale che avrà il massimo sviluppo industriale ed occupazionale. Siamo all’alba di una rivoluzione energetica che si farà sentire in ogni campo, non possiamo non governarla. L’Italia purtroppo anche questa volta è il fanalino di coda e non poco tempo fa, in una nota trasmissione, sentii una intervista del nostro tecnico ministro Clini che riferiva, con un mezzo sorrisetto, difficoltà nel continuare a finanziare il solare per le pressione degli industriali del petrolio. Ebbene, come cittadino mi indigno e constato che anche i tecnici, come i politicanti, fino ad ora seguono l’economia. Questo mi fa capire che abbiamo un sistema da rifondare sia da un punto di vista politico che economico. In questa prospettiva non ho timore di dire che la crisi è benvenuta se farà “piazza pulita” di coloro che occupando cariche istituzionali sviando l’interesse pubblico. Mentre la Germania investe in ricerca ed incrementa la produzione dell’energia solare noi non possiamo stare a guardare. Noi in un sud, pieno di sole non possiamo rimanere indietro! Da recenti studi, che con fatica sto facendo, ho scoperto un mondo per me assolutamente dove, le parole più usate, per citarne solo alcune, sono: SAVE, ALTENER, STEER, LIFE PLUS, NER 300. Ebbene, sono i nomi di alcuni soltanto dei programmi di finanziamento europeo 2007/2013, in materia di energia e di riduzione della produzione del CO2 che vedono quali destinatari le autonomie locali e moltissimi sono i bandi di finanziamento europeo diretto, per intenderci quelli che non devono passare per la regione. Mi piacerebbe sapere quanti di queste linee di finanziamento il Comune di Napoli è riuscito a sfruttare tra la precedente e la nuova amministrazione.  Inoltre, il programma Europa 2020 è alle porte e prevede tre macroobiettivi: 1) Occupazione, 2) Ricerca e Svilippo e 3) Cambiamenti climatici/energia e non v’è chi non veda che l’ultimo macroobiettivo contiene i primi due. Le linee di finanziamento che si attiveranno saranno di notevole entità economica ed a noi come amministrazione spetta il compito di progettare, partecipare ed aggiudicarci i finanziamenti per essere da Napoli la punta più avanzata del settore delle energie rinnovabili. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo dobbiamo solo fare in modo che funzionino. Ho scoperto, infatti, che la nostra amministrazione è dotata di ben due uffici per finanziamenti europei il CEICC, con sede vicino al mare, su via partenope, nello splendido edificio di quello che fu la facoltà di economia e commercio, che svolge la funzione di Europe Direct ed un altro presso il gabinetto del Sindaco di nuova istituzione. Manifesto però qualche perplessità perché rispetto a quello che ho appreso dai responsabili della Commissione Europea da me interpellati, l’Europe Direct a Napoli svolge, mi pare, tutt’altre funzioni che sinceramente non ho neppure ben capito ed assolutamente residuali e che non servono allo scopo più importante: reperire fondi e finanziare le idee in questo caso nel settore delle rinnovabili. Credo e spero che dovremmo essere in ogni caso fortunati nel carpire le occasioni visto che il nostro Sindaco è stato parlamentare europeo e quindi sa di cosa stiamo parlando. Mi è parso però di capire che i singoli assessorati da questo punto di vista sono troppo ingolfati dall’ordinario per poter pensare alla progettazione europea che oggi rappresenta l’unica fonte di investimento. Nella nostra amministrazione manca un centro unico di rendicontazione, attività delicata che dovrebbe essere accentrata in unico grande ufficio mentre presso ogni assessorato ci dovrebbe essere un referente che raccolga le idee progettuali da elaborare insieme agli uffici dell’Europe Direct. Siamo, quindi, nel solito circolo vizioso che ci impedisce di guardare più in la del nostro naso. Dobbiamo trovare al più presto una soluzione. Se poi pensiamo che la Campania riesce a spendere molto poco dei finanziamenti europei di cui potrebbe usufruire (sui giornali si è addirittura parlato di circa il 9%) e che i finanziamenti europei sono in ogni caso soldi nostri, allora l’obbligo per noi di rendere conto ai cittadini sui finanziamenti europei si fa più stringente. In questo grave momento di crisi l’Italia, con un saldo assolutamente negativo tra quello che conferisce e quello che riceve dall’Europa, non si può permettere assolutamente di sbagliare ed il Comune di Napoli deve fare il possibile per ricercare ed ottenere i finanziamenti europei. Ecco, forse, più che cercare improbabili privati che mettano soldi in aziende pubbliche per loro natura in perdita occorrerebbe impegnarsi di più sulle risorse europee. Per finanziare il trasporto pubblico, infatti, mi piacerebbe di più partecipare ad un Comune che elabora idee progettuali finanziate dall’UE sul trasporto ecosostenibile anziché pensare alla improbabile scorciatoia  dell’ingresso dei privati capaci solo di assumersi i profitti ed incapaci di accollarsi costi sociali connaturali al servizio. Spero, pertanto, che prima che ce lo imponga la legge regionale che oggi è al nostro esame, noi spontaneamente adottiamo il PESC (piano energia solare comunale) e non dovremo dire: “Vattela a PESC”.   

 


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