16 dicembre – Napoli e il Movimento Arancione

Domenica 16 dicembre 2012 alle 10,30 al Cinema Modernissimo – via Cisterna dell’olio, 59 (piazza Dante) presentiamo a Napoli il Movimento Arancione e vorrei che veniste tutti.

Io ci sono dentro perché un anno e mezzo fa ho deciso di metterci la faccia e tentare di spendere le poche cose che ho imparato nella vita e nel mestiere per la mia Città: di tutto vi ho rendicontato sulla mia pagina fb.

Io non so voi che giudizio abbiate sull’esperienza amministrativa della Giunta de Magistris.

 

Io, per averla vissuta dal di dentro, sento che quelle che spesso appaiono contraddizioni sono in realtà livelli di soluzione di uno scontro con fatti e situazioni che abbiamo affrontato in un momento di crisi eccezionale non solo per Napoli ma per la grande maggioranza dei Comuni italiani. Il piano di rientro dal debito ereditato dalla precedente amministrazione dovrebbe permetterci di avere alcuni strumenti in più per affrontare nodi da otto zeri di passivo come i trasporti o la manutenzione di rete fognaria,  strade e scuole.

Alcune cose importanti per il rilancio di Napoli  penso che però siano state fatte anche senza soldi: la soluzione del contratto con la Romeo (che nessuno riteneva avessimo la forza di fare, pensando che avremmo tollerato di lasciare il patrimonio pubblico in mano a privati)  grazie alla internalizzazione delle partecipate (processo avviato con quelle dei trasporti e che si concluderà a primavera del 2013 con tutte le altre) la quale – di per sé – comporta una rotazione di 180 gradi delle politiche di spesa della città e costituisce lo strumento per la lotta concreta agli sprechi e alle infiltrazioni camorriste. Per lo stesso motivo abbiamo dato vita al CUAG (Centro Unico Appalti e Gare) il che ci permette di passare al setaccio tutta la spesa e metterla al riparo dalla penetrazione malavitosa e della finanza criminale. Abbiamo bloccato la costruzione dell’inceneritore puntando all’avvio di un ciclo virtuoso che consenta di trarre ricchezza dai rifiuti ed abbiamo posto – a tal fine – le basi per lo sblocco dei fondi europei necessari allo scopo ed all’avvio a tappeto della differenziata e che sono fermi in regione per il patto di stabilità.  Nel frattempo mi sembra  che,  per quanto si debba mettere mano allo spazzamento (cosa che sarà possibile con le risorse disponibili dopo la dichiarazione di predissesto), i cumuli di rifiuti  di un anno e mezzo fa non ci siano più. Ci siamo rifiutati di chiudere e dare al privato (come accaduto in analoga situazione a Torino e a Bologna) gli asili nido e le scuole dell’infanzia comunali adottando un provvedimento di aperta sfida al patto di stabilità che ci avrebbe obbligato a chiudere la baracca. I “grandi eventi” in cui abbiamo creduto non sono stati fini a sé stessi  ma  hanno portato un incremento del 3% del flusso turistico in città in un momento in cui in tutta Italia il settore è in stato da accentuata crisi. Abbiamo sbloccato e avviato la riqualificazione del porto, messo in sicurezza il patrimonio pubblico di Bagnoli salvando una società (Bagnoli Futura) che sicuramente è la prima colpevole dello stato di stallo (e di inerzia) che abbiamo ereditato e  di cui soffriamo nell’area ma senza la quale si sarebbero perse ingenti risorse che sarebbero andate in mano ai creditori. Ne abbiamo cambiato i vertici e la mission con l’obiettivo di costringere Stato e Regione a convergere su un tavolo concreto per Bagnoli. Per quello che consentiva l’assetto urbano di Napoli, abbiamo fornito la città di una pista ciclabile che – con tutte le interruzioni e i giri di valzer resi necessari dal reticolo delle nostre strade – è tra le più lunghe d’Italia. Mi fermo qui (ci sarebbe ancora molto da dire ma mi basta osservare che nessun taglio ha interessato le politiche sociali).

Questa breve scelte delle cose fatte, è solo per dire che è con questo spirito che dobbiamo andare alle elezioni nazionali  perché tra il populismo di Berlusconi e di Grillo e le politiche recessive di risanamento, è possibile la via del lavoro e delle tutele sociali, della ripresa della Questione Meridionale e della purificazione dello Stato dalle mafie, è possibile dare voce istituzionale al  protagonismo dei disoccupati, delle donne,  agli operai della FIOM, ai movimenti di base, alla cittadinanza che si è riconosciuta nei referendum,  a chi lotta conto la criminalità, a chi non è corrotto, alla politica che non è Batman, a chi vuol stare nella sinistra per fare cose di sinistra.


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