Monti e la scuola

Ho ricevuto questo da una docente di Napoli. Mi sembra che sia giusto leggerlo.

Salvatore Pace

============== 

Ho scritto quanto segue a Fabio Fazio dopo quanto detto da Monti sulle proteste “corporative” dei docenti, “sobillatori” di studenti!

Sono una docente di liceo alla fine di una carriera svolta con passione e impegno nell’interesse degli studenti, senza badare a orari di servizio. 
Sono profondamente indignata per le parole pronunciate dal prof. Monti che, evidentemente, non ha capito niente del malessere dei docenti, che non è affatto corporativo, e di quello degli studenti che nasce, in buona parte, da motivazioni diverse.

Per quanto riguarda le proteste dei docenti:
l’aumento dell’orario di servizio per 6 ore alla settimana e non per 2, come detto dal premier in trasmissione, a parità di salario, che comportava perciò una deroga al CCNL (autorizzata dalla stessa legge di stabilità), non solo rappresentava un precedente gravissimo per tutte le categorie di lavoratori, ma escludeva dalla scuola un numero esorbitante di precari, proprio nel momento in cui sta per iniziare l’ennesimo concorso-beffa; 
vale la pena di ricordare che contratti e scatti di anzianità del personale della scuola sono bloccati da anni e il ripristino degli scatti stessi, millantato in questi giorni, avverrà -se avverrà – a discapito dei finanziamenti del Fondo d’Istituto, che rappresenta salario aggiuntivo per i docenti impegnati in attività per l’ampliamento dell’offerta formativa, a danno, quindi, dei docenti stessi ma anche degli studenti; 
vale la pena di ricordare anche che la scuola statale da anni subisce tagli consistenti nei finanziamenti, che vengono, invece, sistematicamente erogati, anche nell’attuale legge di stabilità, alle scuole paritarie; 
la protesta dei docenti riguarda soprattutto la nuova normativa sugli organi collegiali della scuola che, contemplando statuti autonomi per ciascuna delle oltre 9000 scuole italiane, di fatto sancisce la fine della scuola pubblica nazionale e una minaccia gravissima all’identità culturale del paese; 
la stessa normativa, mentre lascia nel vago le modalità di costituzione delle componenti docenti-studenti-genitori, quelle cioè che “sono” la scuola, autorizza il finanziamento di privati alle scuole statali, che, perdurando la politica dei “tagli”, risulterà indispensabile alla sopravvivenza delle scuole; e la presenza di privati nel consiglio dell’autonomia, sia pure senza diritto di voto, non potrà non condizionare l’attività e le scelte dei singoli Istituti.
La protesta studentesca non può essere affatto imputata ai docenti non solo perché, diversamente da quanto pensa il prof. Monti, si sentono e sono degli educatori e non dei sobillatori, ma anche perché i giovani
si rendono conto da soli dei tagli ai finanziamenti perché obbligati a compensare, con contributi pagati dalle famiglie, la carenza di materiali essenziali per la vita della scuola (a cominciare dalla carta igienica) e per il funzionamento didattico; 
vedono con i loro occhi le strutture fatiscenti nelle quali spesso sono costretti a lavorare; 
sono in grado ci capire come la nuova normativa sugli organi collegiali distruggerà la scuola statale e la metterà alle dipendenze dei privati; 
vedono spesso i propri genitori in cassa integrazione o senza lavoro, i fratelli laureati con 110 e lode disoccupati o precari e intravedono per sé lo stesso futuro incerto e precario.
L’immagine – gravissima – che il Premier ha trasmesso al paese è l’ennesimo tentativo di delegittimare il ruolo sociale dei lavoratori della scuola statale, impegnati spesso in zone a rischio, con gli stipendi più bassi d’Europa! 

Quanto sopra per fare almeno un minimo di chiarezza e verità!

Grazie dell’attenzione

Evelina Violini
docente di italiano e latino nel liceo classico

Napoli


Lascia un commento