Napoli, 24 luglio 2012
Oggi a Via Verdi dalle con molti attivisti di Napoli è Tua assieme ai consiglieri comunali Gennaro Esposito, a Salvatore Pace, al sottoscritto, ai consiglieri di Municipalità Emilia Leonetti, Ida Francioni e Cinzia del Giudice, si è sviluppato è un dibattito molto interessante e ringrazio tutti coloro che hanno dedicato il loro tempo ad animare questo dibattito.
Le considerazioni da cui si è partiti è che a Napoli mancano partiti veri che siano il centro dell’elaborazione delle politiche. Questo è vero anche nel Paese, sebbene in dimensioni diverse. Un primo punto che è emerso è che a noi attivisti di Napoli è Tua interessa Napoli: sul punto mi pare ci sia ampia condivisione. Le questioni nazionali non devono assolutamente distrarci dall’attenzione da dedicare alla città e soprattutto nessun accordo nazionale deve passare sulla testa della città, come purtroppo è accaduto nel passato.
Le considerazioni da cui si è partiti è che a Napoli mancano partiti veri che siano il centro dell’elaborazione delle politiche. Questo è vero anche nel Paese, sebbene in dimensioni diverse. Un primo punto che è emerso è che a noi attivisti di Napoli è Tua interessa Napoli: sul punto mi pare ci sia ampia condivisione. Le questioni nazionali non devono assolutamente distrarci dall’attenzione da dedicare alla città e soprattutto nessun accordo nazionale deve passare sulla testa della città, come purtroppo è accaduto nel passato.
I partiti napoletani sono degenerati, è sotto gli occhi di tutti, e non assolvono più al loro ruolo fondamentale ossia a quello di rappresentare un corpo intermedio dove si svolge la libera partecipazione dei cittadini per la determinazione delle politiche cittadine. Ed è infatti proprio sotto l’onda dell’indignazione per il malgoverno del vecchio centro-sinistra e della degenerazioni dei partiti, che erano e sono diventati grumi di consenso clientelari, che si è formata la forza ideale e morale che ha rappresentato la vera linfa che ha determinato l’elezione di Luigi De Magistris e permesso il successo della lista civica Napoli è Tua. La lista civica Napoli è Tua e De Magistris non hanno semplicemente ben interpretato questo malcontento ma hanno vinto, credo, in quanto sono stati capaci di offrire una prospettiva politica a questa indignazione: il candidato sindaco e il movimento di opinione e di attivisti che lo ha sostenuto si sono posti insomma come un’esperienza di governo, che si è presentata all’elettorato con un programma serio, scritto con la città, alla cui redazione ho partecipato io stesso, Riccardo Realfonzo, Alberto Lucarelli, le associazioni ambientaliste, prima fra tutte Italia Nostra, le associazioni di volontariato, esponenti della migliore cultura napoletana, cittadini di buona volontà che sono stati presi dall’entusiasmo che quell’esperienza stava suscitando. Proprio per queste novità, Napoli è stata giustamente e correttamente rappresentata come un laboratorio politico in cui stava effettivamente nascendo una nuova politica, la vera politica, direi, legata esclusivamente agli interessi della cittadinanza, lontana dalle logiche del passato, che si avvaleva del contributo di uomini e di associazioni che erano sempre state rigorosi e critici con il potere, anche e soprattutto con quello rappresentato da Antonio Bassolino e da Rosetta Iervolino, senza mai fare sconti solo in virtù dell comune appartenenza all’aver di centro-sinistra. La discussione di questa sera si è incentrata soprattutto sulla necessità – opportunità di dare una forma organizzativa a questo gruppo di persone che continua a riconoscersi nel programma elettorale e che vorrebbe continuare a dare il proprio contributo alla città. Le opinioni sono state divergenti, molte le sensibilità, molti i distinguo fra chi ritiene che da subito si potrebbe partire con la costituzione di un partito, chi di un’associazione dallo statuto elastico e chi ritiene invece più opportuno fare proseguire e crescere il movimento di idee legandolo a iniziative concrete. Il dato comune che è emerso, mi pare, è che occorra far proseguire l’ esperienza che ha prodotto l’affermazione elettorale della nuova amministrazione a maggio 2011, la carica ideale e di rinnovamento che questa esperienza ha generato nella città e tutte le aspettative (alte) che ne sono conseguite, che oggi sono per lo più avvolte in una fitta coltre di delusione. Penso che sia necessario continuare a tenere un costante dialogo con tutti gli ex candidati di Napoli è Tua e con tutti coloro che sono stati parte attiva durante la campagna elettorale, come assieme con il Consigliere Esposito stiamo cercando di fare. Quello che ne seguirà, movimento, associazione, partito, esperienza civica transitoria, lo potrà dire solo il tempo e deriverà dalle energie che saremo riusciti a mettere in campo. Per il momento, nelle contingenze più cruciali di quest’anno appena trascorso, il Consigliere Esposito ed io abbiamo sempre cercato di sentire il parere di quante più persone possibile, di ascoltare le idee e le proposte che vengono dalle persone e dagli ambienti che hanno costruito questo laboratorio, di confrontarci prima e dopo le decisioni da pendere, di seguire il dibattito sulla stampa e quello sui social network per individuare il percorso migliore per realizzare gli obiettivi per i quali (e per i quali solo!) abbiamo deciso di mettere la nostra faccia in questa esperienza. Questa esperienza condotta sono ad oggi nel e con il gruppo Napoli è Tua è poca cosa, ne sono consapevole. E resterà certamente insufficiente se non riusciremo a costruire dei luoghi di confronto ed elaborazione delle politiche dal basso. E’ chiaro che per realizzare questo obiettivo l’espletamento del solo ruolo di consiglieri comunali non è sufficiente. Il problema che è emerso con forza nella riunione è che a Napoli mancano ancora spazi di confronto pubblici , in cui la cittadinanza attiva possa dire la propria per influire nei processi decisionali. La strada per la ricostruzione di una vera pratica democratica di partecipazione consapevole della cittadinanza alle scelte pubbliche è difficile. Comunque, non abbiamo alternative, perché dall’attuale crisi della politica non se ne esce finché le persone per bene, le persone che amano questa città e non cercano altro che il bene di questa città non comprenderanno che occorre impegnarsi in prima persona per ricostruire….. tutto: dalle forme associate della partecipazione politica alla stessa cultura democratica, ridotta un fossile dopo un ventennio di berlusconismo sul piano nazionale e di bassolinismo sul piano locale. Oramai, infatti, purtroppo non è rimasta alcuna formazione classica della politica a cui è possibile delegare le decisioni che interessano la vita della collettività, la vita democratica dei partiti è solo un ricordo e spesso anche cittadini normali appaiono confusi rispetto al significato autentico da attribuire al metodo e ai principi democratici. Nel corso del dibattito che si è svolto a Via Verdi sono state fatte delle proposte molto interessanti, come ad esempio quella di indire delle assemblee pubbliche in spazi aperti in cui si mettano al centro le politiche cittadine, partendo dal programma elettorale, anche e soprattutto con chi è stato parte essenziale della sua redazione. E’ stato anche proposto di indire un’Assise cittadina della Cultura, che elabori una strategia per restituire a Napoli il suo gusto ruolo di capitale europea della Cultura. A fare queste proposte sono stati cittadini che hanno avuto un ruolo cruciale per l’affermazione della nuova amministrazione, come ricercatori del CNR o come cittadini attivi che sono stati in prima linea nel sostegno in campagna elettorale, che oggi come un anno fa continuano ad offrire il loro contribuito spassionato alla realizzazione di queste iniziative, per il bene della città. Credo che occorra ripartire da queste idee e da queste persone.