C.A. Ciampi: A un Giovane Italiano

Di questo libro mi ha colpito il sentimento di umiltà che traspare dalla lettura. Ad un certo punto, infatti, è lo stesso Ciampi a dichiarare che i suoi successi li ha sempre attribuiti al caso ed alla fortuna per paura di esaltare le sue doti ed i risultati raggiunti. Sono convinto che l’umiltà è un sentimento che solo i veri grandi conoscono.

Per chi ne sente il richiamo, la vocazione, direi, tra i doveri più alti c’è l’impegno politico, perché esso è posto al servizio dell’interesse generale, di tutti i cittadini. I problemi e le difficoltà del presente, le molte delusioni riservateci dal carattere assunto dalla nostra vita pubblica hanno generato un diffuso sentimento di diffidenza, se non di disprezzo, per la politica e le sue istituzioni. Credo sia giunto il momento di dismettere questo abito mentale. La politica non è quella cosa sporca da molti irresponsabilmente predicata con gran seguito di opinione pubblica. Certamente, il virus che causa questa ripulsa si annida nella condotta di troppi uomini politici. E’ solo l’indegnità degli uomini, infatti, che sporca la politica, quando questa viene piegata a interessi personali o particolari, piuttosto che a quello generale. Servire l’interesse generale non richiede – non dovrebbe richiedere – di essere persone eccezionali, santi, eroi o anacoreti. E’ necessario credere fermamente nei valori portanti della democrazia; è importante porsi obiettivi realisticamente perseguibili per lo sviluppo della società; è sufficiente essere uomini e donne probi, competenti, coerenti nel praticare valori e convinzioni professati a parole e, se non è troppo ingenuo da parte mia, sentire l’incarico assunto prima di tutto come un dovere civico. Non conta il dissenso, non conta la diversità di opinione e di valutazione , di fronte a un disinteressato e faticoso impegno a servire con la parola, con l’ammonimento, con le decisioni, con le scelte le idee in cui si crede. In questo senso la politica è linfa della vita democratica; se viene accantonata come attrezzo ormai inservibile la democrazia ne patisce alla lunga menomazioni gravi, irreversibili. Quanto più ci si disinteressa della vita pubblica, per attendere esclusivamente alla cura dei propri pur legittimi interessi, tanto più si indeboliscono lo spirito di solidarietà e la stessa capacità di immedesimarsi e comprendere le condizioni dei nostri simili … Novant’anni sono molti anche per continuare a nutrire fiducia; eppure nonostante tutto, non posso dirmi pessimista. Non sto cercando, però di indurti, giovane amico, a coltivare un  ottimismo consolatorio, quel sentimento dal sapore dolciastro e quasi sincero. Desidero invitarti ad aguzzare lo sguardo, lo sguardo acuto dell’intelletto e del cuore, affinché tu non perda di vista il segno di quella strada che tu stesso dovrai provvedere a tracciare, senza superbia, ma senza troppi timori. Come diceva Seneca nelle sue lettere a Lucillo: Continua nei tuoi progressi e capirai che sono meno da temere proprio quelle cose che fanno più paura”. 


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