Dico poi che è chiaro, c’è anche un problema di uomini: il comune ha quasi sempre individuato come consiglieri della STU esponenti del movimento ambientalista o personale politico che aveva ricoperto in questa città cariche importanti e questo, credo, sia stato un altro errore di impostazioni che ha determinato la confusione di ruoli cui abbiamo assistito. La STU non deve essere la sede dell’elaborazione della politica urbanistica e né tantomeno di quella ambientale. Per queste politiche, per l’elaborazione di queste politiche, abbiamo gli assessori De Falco e Sodano che godono della nostra fiducia ed abbiamo anche la velleità di contribuire noi, come consiglieri comunali, alla elaborazione di queste politiche. Le responsabilità gestionali di una STU non hanno e non devono avere nessuna incidenza politica, ma comportano esclusivamente implicazioni gestionali ed economico-finanziarie.
Arrivo subito alla conclusione Presidente, occorrono allora persone competenti in questi settori, che hanno speso la loro vita come direttori o amministratori di società che sono state sul mercato, che sappiano elaborare un piano economico, che sappiano dialogare con le banche. L’amica Grazia Francescato, che è stata vice Presidente della STU, forse sarebbe stata un buon assessore all’ambiente, ma non aveva certo accumulato nella sua vita la capacità di elaborare piani finanziari e di parlare con i direttori delle banche, competenza necessaria per gestire l’operazione economica di queste dimensioni.
Allora occorre ristabilire i corretti confini tra il consiglio di una SPA e la politica ambientale ed urbanistica che deve essere saldamente nelle nostre mani e nelle mani della giunta.
E finisco, concludo, dicendo che Bagnoli, terzo capitolo della relazione, è una questione nazionale.
Occorre riaffermare in sede governativa e comunitaria la questione Bagnoli come questione nazionale perché è evidente che un processo di trasformazione di queste dimensioni non può essere affrontato con le sole forze locali, un intervento dello Stato centrale è assolutamente necessario. Tuttavia per fare questo occorre riacquistare la credibilità da poter spendere sia sul piano nazionale che su quello europeo. Al momento purtroppo l’idea che in Italia si ha di Bagnoli è quella che è stata messa in onda dalla trasmissione di Riccardo Iacona; per invertire la rotta, per essere credibili sul piano europeo e su quello nazionale, è allora necessario, pregiudiziale direi, invertire la rotta sul piano amministrativo locale.
Solo voltando letteralmente pagina, dopo l’insediamento di questa nuova giunta, con la nuova credibilità che nelle sedi amministrative questa giunta darà alle norme di piano, con una STU europea che ha manager conosciuti e ritenuti affidabili dai più importanti istituti di credito nazionali e internazionali, con la messa nell’angolo di quel blocco sociale che va da Lettieri a Velardi passando per Cozzolino, che ha agito con pervicacia per delegittimare il piano del 1996, soltanto allora potremmo avere quell’autorevolezza necessaria per far sì che il governo rimetta Bagnoli e il suo recupero ambientale e sociale e lo sviluppo sostenibile di quest’area tra le priorità nazionali.
Se riusciremo a rilanciare il progetto Bagnoli, e sono sicuro che questo sindaco e questa nuova amministrazione ci riusciranno, renderemo un grande servizio alla nostra collettività perché, come diceva oggi il sindaco, se riparte Bagnoli riparte tutta la città. Grazie.