“DARE SEGNALI PER SVILUPPO”

‘Bisogna iniziare dare segnali forti per lo sviluppo dell’economia cittadina, oggi messa a durissima prova da una situazione ormai ritenuta soffocante. Artigiani, commercianti, piccoli e medi imprenditori sono allo sbando.

Le aspettative sono tante. E’ compito della politica, sia della maggioranza che dell’opposizione, cominciare a dare risposte concrete ai nostri concittadini, ponendo in essere tutte quelle idee espresse in campagna elettorale ma anche delle nuove, organizzando tavoli di lavoro con le associazioni di categoria ascoltando tutte le loro esigenze per dare risposte concrete e veloci. …..Vanno benissimo i grandi eventi che sicuramente rilanceranno l’immagine di Napoli all’estero e muoveranno un po’ di economia -aggiunge-. E, a tal proposito, proporrei di riportare in città anche la Coppa Davis, ma non basta. Perché occorre anche incentivare la parte sana dell’imprenditoria affinché investa in questa città, fornendo una più ampia collaborazione attraverso una ‘sburocratizzazione’ della macchina comunale’. ‘Ovviamente, con le casse vuote e’ difficile dare segnali forti allo sviluppo. Ma i fondi possiamo reperirli subito dismettendo il patrimonio comunale. In tempi celeri, si possono recuperare 400 milioni di euro per pagare una parte dei debiti a tutte quelle aziende da anni creditrici del Comune, in modo da contribuire a mettere soldi freschi nel circuito economico, al fine di consentire la salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti e, perché no?, di dare la possibilità alla aziende di assumere altro personale. …. In tal senso sarebbe auspicabile la discussione sulla possibilità di sfruttare risorse comunitarie per agevolare le attività cittadine attraverso un’agevolazione fiscale su credito di imposta e prevedendo zone franche per le aree depresse della città. …….Sulla riscossione dei crediti l’idea potrebbe essere quella di accorpare le tasse esistenti per semplificare la lotta all’evasione, da un lato, e agevolare i contribuenti con una rateizzazione nel corso dei 12 mesi dell’anno, dall’altro”.


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